Il mediatore interculturale è un professionista che opera in contesti ad alta densità d’immigrazione.
I compiti principali del mediatore sono:
- Facilitare una comunicazione in profondità tra nativi, operatori, agenzie, istituzioni e migranti. Il mediatore non sostituisce funzioni, ma riconduce la comunicazione ai soggetti principali, facilitandone le relazioni e il dialogo.
- Offrire consulenza agli immigrati, e alle loro le famiglie, e associazioni per aiutarli a muoversi autonomamente nella nuova realtà sociale.
Le conoscenze di base, indispensabili all’esercizio della professione:
- Padronanza della lingua madre e dei codici culturali sottesi del gruppo immigrato di riferimento.
- Ottima conoscenza della lingua italiana.
- Competenze relazionali, comunicative, di decentramento emozionale e culturale.
- Buona conoscenza dell’organizzazione sociale e istituzionale italiana.
- Accanto a queste, il mediatore interculturale, deve possedere conoscenze specialistiche sui settori in cui opera o andrà a operare, secondo la complessità dei campi d’intervento in cui si misura, “specializzandosi in quel settore e aggiornandosi continuamente” .
Il mediatore interculturale è solitamente un immigrato o comunque una persona che, per esperienze pluriennali di vita, conosce i codici linguistici e culturali della popolazione migrante di riferimento.